Articolo pubblicato il 30/08/2018

PADRE LUIGI MARIA MONTI

Beato Padre Luigi Maria Monti, è una “splendida figura di consacrato laico, di religioso, di apostolo della carità, che l’ardente amore per la Vergine Immacolata condusse a servire in modo eroico Cristo nei giovani, nei poveri e nei sofferenti”. (Giovanni Paolo II)

Luigi Monti nacque a Bovisio  il 24 luglio 1825. In gioventù decise di consacrarsi a Dio, e cominciò a radunare attorno a sé alcuni coetanei, artigiani e contadini, realizzando nella sua bottega di falegname un oratorio serale per formare una comunità di fede, chiamata dalla gente “la compagnia dei frati”. Essa divenne fermento spirituale per l’azione benefica che svolse a favore dei poveri e dei malati del paese.

Lavorò da apprendista falegname a Cesano Maderno ove incontrò don Luigi Dossi, che divenne sua guida spirituale per un lungo tempo della sua vita.

La “compagnia dei frati”,  non fu ben vista da alcune persone del paese, ma soprattutto dal parroco don Giovanni Caldera, arrivato a Bovisio l’11 aprile 1849, che mise in atto un’opposizione strisciante ma palese che sfociò in una calunniosa denuncia di cospirazione politica contro l’autorità austriaca (il Lombardo-Veneto allora era soggetto all’Austria).  Il Monti e quindici suoi compagni furono incarcerati per 72 giorni a Desio, prosciolti poi per infondatezza dell’accusa.

Nel 1851 padre Monti entrò nella Congregazione dei Figli di Maria, fondata dal Venerabile Ludovico Pavoni per educare la gioventù bisognosa; si mise al servizio dei malati di colera come infermiere volontario nel lazzaretto di Brescia. Nel 1857 su mandato del suo direttore spirituale don Luigi Dossi, si recò a Roma nell’ospedale Santo Spirito in Sassia dove fondò la Congregazione dei Concezionisti, volta all’assistenza ospedaliera ed alla educazione dei ragazzi bisognosi.

Questa Congregazione  si diffuse prima in Roma, poi a Orte, Civita Castellana, Napi e Capranica.

Continuò gli studi per apprendere l’arte medica e a completamento della sua esperienza in questo campo ottenne dall’Università di Roma il titolo accademico di “flebotomo”, con facoltà di intervenire anche in campo odontoiatrico. Nel 1868 intraprese la missione nel civico ospedale di Orte nel Lazio, inserendo anche il servizio dei Fratelli Ospitalieri dell’Immacolata Concezione e con la direzione spirituale dei frati Cappuccini. In questo ospedale si dedicò per circa dieci anni lasciando la testimonianza di donazione di sé e di alta professionalità, manifestando doti straordinarie di organizzatore in favore del ceto sociale.

Per volere di Papa Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), il 4 marzo 1877 Luigi Monti venne eletto Superiore della sua Congregazione e il 6 dicembre 1878 il cardinal Ferrieri, Prefetto della Sacra Congregazione dei Vescovi, lo nominò Superiore Generale dei Figli dell’Immacolata Concezione.

Nel 1886 tornò a Saronno, ove sviluppò la sua vocazione giovanile di educatore: accolse orfani e per essi organizzò scuole professionali, nella quale ogni ragazzo poteva crescere e sviluppare le proprie capacità, fino a raggiungere la maturità e l’autonomia personale per ben inserirsi nella società.

La famiglia religiosa da lui voluta come una comunità di eguali al servizio dell’uomo sofferente, aveva ormai un suo volto specifico. Mancava ancora il “fratello sacerdote” che su un piano di parità con gli altri confratelli doveva essere l’animatore spirituale delle comunità ospedaliere ed educative, ma l’intuito del Servo di Dio (così veniva chiamato il Monti), fece capire ai presenti, nei giorni dell’agonia, che presto la Chiesa avrebbe concesso alla Congregazione anche il dono del sacerdozio.

Papa Pio X (Giuseppe Sarto) nel 1904, diede l’approvazione al nuovo modello di comunità previsto dal fondatore, concedendo il sacerdozio ministeriale come completamento essenziale per svolgere una missione apostolica rivolta tutta all’uomo, sia nel servizio degli infermi che nell’accoglienza della gioventù emarginata. I Figli dell’Immacolata Concezione, i “Concettini” vivono oggi in sintonia la vita consacrata come religiosi laici e religiosi consacrati.

Padre Luigi Maria Monti morì a Saronno il 1° ottobre 1900 e sepolto nello stesso cimitero. Il 22 settembre 1940 le sue spoglie mortali vennero esumate e trasportate nella cripta della chiesa del suo primo orfanotrofio, ora Istituto che ha preso da lui il nome.

Nel 1941 l’Arcivescovo di Milano, cardinal Ildefonso Schuster, iniziò la causa di beatificazione e canonizzazione con la celebrazione del Processo Ordinario Informativo che si protrasse fino al 1950.

Il rito della beatificazione di Luigi Maria Monti venne celebrato a Roma il 9 novembre 2003 da Giovanni Paolo II.
Il 18 maggio 1931 fu dedicata a Padre Luigi Monti la via che tuttora porta il suo nome e sulla facciata della sua casa natale venne posta una lapide a perenne  ricordo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANCHE UN FRANCOBOLLO RACCONTA UNA STORIA…

Nell’anno 2000, centenario della morte di Padre Luigi Monti, veniva emesso dalle Poste italiane, un francobollo commemorativo, per ricordare le doti e la  carità di questo uomo consacrato nativo di Bovisio. (1825 – 1900).
Il bozzetto ha saputo cogliere in modo mirabile ed artistico, la figura di Padre Monti nell’espressione del suo carisma di carità. La vignetta raffigura in primo piano un ritratto di Padre Monti fondatore della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione; in secondo piano è rappresentata la sua opera di infermiere qualificato, e, sullo sfondo i padiglioni dell’ospedale di Santo Spirito in Roma dove iniziò l’attività assistenziale.
E’ significativo che il malato sia un ragazzo; in quel frate chinato su di lui e sul letto del dolore, è fissata l’espressione dell’amore con cui si voleva che si assistessero i malati e si accogliessero i ragazzi.
Ecco che in questo francobollo, considerato nel suo piccolo un’opera d’arte, viene interpretato il personaggio e il suo messaggio d’amore come benefattore dell’umanità sofferente, come operatore sanitario, come uomo consacrato.
L’umile falegname di Bovisio, che ha saputo dare un singolare carisma di carità, è stato proclamato Beato il 6 novembre 2003.
Una commemorazione postale, tramite un francobollo, oltre a rappresentare un riconoscimento delle capacità e delle doti della persona, contribuisce a diffonderne la conoscenza ed il messaggio.  Perpetuerà nel tempo il suo ricordo e porterà la sua immagine negli angoli più remoti del mondo, con la speranza che i suoi insegnamenti e le sue opere di bene a favore dei bisognosi possano essere un modello per tutta l’umanità.
Articolo e foto a cura di Ildefonso Valota