Articolo pubblicato il 30/08/2018

LA CAPPELLETTA DEL FOPPONE 

Il luogo denominato “Foppone (1), così denominato a Bovisio Masciago, prende il nome della cappelletta  dei Boschi o cappelletta di san Rocco posta sotto la giurisdizione territoriale e parrocchiale di Desio.
In realtà sorge proprio sul confine del nostro comune con quello di Desio, in una zona, fino a non tanti anni fa, ricca di boschi: ora il luogo ha perso tutto il fascino che aveva una volta per la presenza di un grande inceneritore e quasi tutte le piante del bosco sono state divelte.
Non si sa con esattezza quando la costruzione fu edificata: nessuna  documentazione  d’archivio ne dà notizia per individuarne l’origine, ma si  ipotizza che la cappelletta fosse  stata costruita nel XVII secolo sul luogo del Lazzaretto durante  la peste del 1630, sorto tra i comuni di Desio, Masciago e Bovisio per servirli entrambi. Numerosi sorsero nella zona i Lazzaretto.
Si trattava di fosse comuni scavate generalmente fuori dell’abitato in cui venivano seppelliti i morti per il contagio. Nessun documento, nemmeno il Registro dei morti dell’Archivio parrocchiale attesta l’entità della moria in Bovisio e Masciago. E’ certo che la peste fece le sue vittime anche nel nostro territorio. A riprova dell’erezione della cappelletta per la peste del 1630, esiste una testimonianza scritta: “Masciago venera un caratteristico monumento detto del Foppone, che raccoglie le ossa delle vittime della peste del 1630”,(2) inoltre “… è certo tuttavia che la peste del 1630 fece le sue vittime anche tra noi, lo possiamo dedurre dal Foppone scavato in aperta campagna per seppellire i cadaveri degli appestati”.(3)
E’ possibile quindi comparare il “foppone” alle altre cappellette costruite per lo stesso scopo: piccole cappelle campestri le cui condizioni erano pressoché identiche; normalmente non erano consacrate e molto povere, il pavimento di solito era in terra battuta, nella maggior parte vi erano delle pitture alle pareti, in molte si celebrava la Messa solo poche volte all’anno soprattutto nella ricorrenza della festività di San Rocco. La grande diffusione dell’immagine e del culto di san Rocco, è da porre in correlazione con la notevole estensione delle pestilenze, e quindi assurto a patrono dei mali contagiosi.
La festa di San Rocco, ritenuto protettore degli appestati, degli ospizi, dei pellegrini, ricorre il 16 agosto, ma, come si deduce dai vari bollettini parrocchiali, “… la nostra parrocchia di San Pancrazio la celebra ogni anno il 27 agosto. Tale festa fu celebrata per molti anni dalla sola comunità di Masciago e in seguito anche da quella di Bovisio, quando per l’invocazione del patrocinio di San Rocco, vide cessare il “cholera morbus” che infieriva nell’agosto 1885, E’ festa di grande devozione popolare a suffragio dei morti della peste.  Alla cappelletta tutta la popolazione  partecipante si reca processionalmente anche per invocare le grazie …” (4)  E’ questa una attestazione del bollettino parrocchiale del 1910 e 1913 e  dimostra come questa devozione era molto sentita.
La sagra si svolgeva presso la cascina Bertacciola vicina alla cappelletta e il programma della festa prevedeva la processione al Foppone e al cimitero, concelebrazioni di Messe a Bovisio e a Masciago. Messa ore 4,30 a Masciago, Messa ore 8,30 a Bovisio, Messa ore 10 a Masciago, Vesperi alle ore 16,30 a Masciago. Il programma rimase pressoché invariato per anni; le ultime notizie scritte si riferiscono all’anno 1957: 27 agosto a Masciago festa votiva, ore 5,00 processione al Foppone, ore 10,00 Messa in canto, ore 18,30 Benedizione.
Le celebrazioni, piuttosto mattiniere, erano da mettere in relazione con i lavori dei campi ai quali la gran parte della popolazione di Bovisio e di Masciago era dedita; in agosto i lavori nei campi iniziavano molto presto e per non limitarli occorreva celebrare le funzioni liturgiche all’alba.
La festa votiva, comunque, se pur in tono ridotto e di partecipazione, continua ancora ai nostri giorni, non più al mattino presto, ma nelle ore serali e prevede la S.Messa  il 27 agosto presso la cappelletta del Foppone.

LA CAPPELLETTA

La cappelletta del Foppone, fino agli anni’50, aveva un piccolo portico chiuso da un muricciolo; una pietra serviva da panchina per i passanti che vi si sedevano per recitare il Rosario e  i contadini per riposare. All’interno vi sono degli affreschi tratti da antiche “sinopie”  che furono eseguiti da un ignoto pittore che dipinse gratuitamente come ringraziamento per una grazia ricevuta (testimonianza di Francesco Pederzani che da contadino svolgeva la sua attività in  quei campi, che vide l’esecuzione di quei dipinti).

 

Questi dipinti molto deteriorati e non facilmente leggibili, raffiguravano nel catino della piccola abside degli angeli oranti; sulle pareti laterali, a sinistra era raffigurato San Giuseppe artigiano mentre lavora nella sua bottega (dipinto ora scomparso), sullo sfondo la Madonna e il Bambino; a destra  San Rocco seduto con il cane ai suoi piedi.
Questi dipinti sono stati restaurati da Sandra Frare di Desio nel 1998.
Sull’altare di marmo si trovano dei candelieri in bronzo, le statue rappresentano San Carlo e San Filippo Neri, al centro la  Madonna delle Sette spade; sotto l’altare in una teca giace la statua in gesso del Cristo morto.
Negli anni ‘70 il portico è stato murato in modo da allungare la costruzione e dare più spazio all’interno. Oggi la cappelletta si presenta a pianta rettangolare (altezza mt. 4,30 – lunghezza mt. 7,50 – larghezza mt. 3,90).
 
da: I.Valota – Bovisio Masciago – cenni storici degli edifici religiosi dal XIV al XXI secolo
Associazione San Martino, Bovisio Masciago

     

(1) “Foppone”, toponimo dato alla fossa comune dove venivano seppelliti i morti del contagio della peste che infierì nel 1630.
(2) cfr. Storia dei Comuni della Provincia di Milano.
(3) E. Cazzani, Storia di Bovisio, Masciago, Mombello – ed. LA VOCE – pag. 25
(4) da: Il nostro Crocifisso – anno 1, n VI, agosto 1910 –  anno IV, n. 1, gennaio 1913